L’aereo è atterrato, il cuore batte forte e gli occhi si riempiono di lacrime di gioia. Finalmente siamo in Italia!
Sono passati circa otto mesi dalla nostra partenza, forse il periodo più lungo trascorso lontano dall’Italia.
Mentre usciamo dalla porta degli arrivi mi guardo attorno. Ci sono tante persone che attendono parenti, amici o innamorati. Per la prima volta non abbiamo nessuno ad accoglierci in aeroporto perché abbiamo preferito prendere un’auto a noleggio per essere più indipendenti e non pesare sui nostri genitori.
Dopo un breve ma intenso tragitto in auto finalmente ci siamo.
Ecco, siamo a Padenghe sul Garda!
“Mamma guarda il parchetto” urla Tommaso.
“No mamma, guarda la nostra casa!” urla Riccardo.
Parcheggiamo e i bambini scendono di corsa travolgendo i nonni con abbracci, baci e sorrisi.
L’emozione è indescrivibile, a stento trattengo le lacrime e mi lascio andare in un caldo e lungo abbraccio con la mia mamma e poi il mio papà.
Dopo pochi minuti da questi abbracci emozionanti succede qualcosa di strano, la magia del rientro azzera la distanza di mesi e chilometri e così….
tutto diventa normale!
Diventa normale stare seduti allo stesso tavolo con le persone che ami e che fino a qualche giorno prima vedevi e sentivi solo tramite lo schermo di un Ipad.
Diventa normale gustare buon cibo italiano, ritrovare il gusto del pane appena sfornato del fornaio, sorseggiare un bicchiere di vino e mangiare tutti quei prodotti che fino al giorno prima erano proibiti: prosciutto cotto e crudo, salame e mortadella.
Diventa normale organizzare un aperitivo con gli amici di sempre e dire: “Ci vediamo domani sera!”.
Diventa normale ridere, scherzare, abbracciarsi fisicamente e parlare all’infinito senza filtri e controlli, senza la paura che la connessione internet salti bloccando l’ultimo discorso a metà.
Diventa normale indossare e mostrare i propri vestiti, soffermarsi a creare gli abbinamenti tra i colori dei pantaloni e quelli della maglia perché non c’è alcuna abaya a coprirti.
Diventa normale salire in auto e dire a tuo marito: “Questa volta guido io!”. E guidare lasciandosi trasportare dalla musica della radio, abbassare il finestrino e lasciare che il vento ti scompigli i capelli.
Diventa normale andare al supermercato in tranquillità, senza l’ansia di dover consultare l’applicazione degli orari delle preghiere, perdendosi tra le corsie dei biscotti o quelle della pasta.
Diventa normale entrare dal giornalaio per acquistare un quotidiano, un settimanale e un mensile, così rari e costosi in Arabia Saudita, per poi andare al bar a fare colazione con cappuccino e brioche alla marmellata sfogliando un giornale iniziando dal fondo come piace a me.
Diventa normale entrare in un negozio di abbigliamento, scegliere un bel vestito ed entrare nel camerino per provare se la taglia va bene.
Diventa normale passeggiare per il paese, in riva al lago o in campagna, fermarsi a respirare il profumo della natura, riempirsi gli occhi della bellezza che caratterizza il nostro Paese.
Diventa normale ascoltare la tua radio preferita, RTL 102.5 e lasciarsi ispirare dalla meravigliosa pubblicità “Oggi è normale”.
Insomma, la magia dell’espatrio sta nel trasformare tutto ciò che da mesi desideravi e sognavi in semplice normalità.
Tutto diventa normale in pochi minuti dall’atterraggio in Italia.
I mesi di separazione dalla realtà italiana si azzerano, le relazioni con i tuoi cari ritornano ad essere quelle di sempre e, almeno per un po’, ti sembra che la vita si sia fermata a prima della tua partenza.
Drusilla, Arabia Saudita
Normale ma anche speciale, vero? tu vedi con occhi innamorati ciò che noi, avendolo sempre a portata di mano, tendiamo a dire troppo per scontato!
Hai ragione, una normalità speciale, perché quando torno il mio sguardo è diverso da quello che avevo quando vivevo in Italia, tutto mi sembra speciale.
Sai cos’è il bello? Non dare per scontata la normalità. Poter apprezzare quel che diamo per ovvio. Non c’è niente di meglio.
Vivere all’estero mi ha fatto scoprire il piacere della “normalità”, la magia delle tradizioni che quando ero ragazzina non sopportavo, la bellezza di ciò che mi circonda, ho imparato a guardare l’Italia da una prospettiva diversa.
Buongiorno dott. Galelli, scopro ora da questo post che lei, quando e’ in Italia, vive nella mia giurisdizione. Se con suo marito e i suoi figlioli capitasse a Brescia, ove lavoro, nei primi giorni di giugno, sarei lieto e onorato di offrire a tutti voi un caffe’, e un poche di buone brioches del San Carlo, per conoscerla e confrontare le nostre esperienze di scuola internazionale. Se poi voleste tenervi in esercizio, parlo anche MSA 🙂
Se l’invito fosse di gradimento, contattatemi pure via mail. A presto (spero).
Per me la cosa più assurda è avere imparato a guidare con al guida a destra in 5 minuti (anche se ogni tanto ho degli svarioni del tipo..starò mica andando contromano?) e tornare a guidare con la guida a sinistra appena scesa dall’aereo senza nemmeno accorgermi di stare cambiando! L’unico “problema” è la cintura di sicurezza… la cerco sempre dal lato sbagliato
Fantastica questa cosa del saper guidare da entrambe le parti e passare dalla guida a destra a quella a sinistra senza problemi. Bravissima!!!
certo che è una galera l’arabia saudita eheh 😉
Succede la stessa, identica cosa anche a me. È talmente comune, questa sensazione, che Colm Toibin ci ha scritto su un libro (molto bello) da cui è stato tratto l’altrettanto bello Brooklyn. Che dire, non ci si abituerà mai davvero ad essere così “fuori mano” dalla nostra vecchia casa; per quanto ci si provi, resterà sempre parte di noi.